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Aree Demaniali - Intervento arch. Prontera In evidenza

AREE DEMANIALI - Importante occasione per la città. Ora il Comune apra ai concorsi di progettazione

 

Il nuovo elenco di beni passati dall'Agenzia del Demanio al Comune di Taranto, che va ad aggiungersi ai primi 7 tra edifici e aree pubbliche già trasferite lo scorso anno, pone nuovamente al centro dell'attenzione il tema della rigenerazione urbana di ampie parti di territorio urbano riconquistate alla pubblica fruizione dopo decenni di gestione militare.

Una occasione storica per la città di Taranto per ripensare finalmente ad un futuro di riqualificazione complessiva del suo tessuto urbano in un ottica di recupero e rivalorizzazione di ampie parti di territorio da tempo in disuso e che, inserite in un progetto strategico di futuro, potrebbero essere davvero una straordinaria occasione per riguardare alla città in chiave sostenibile. Agli ex Baraccamenti Cattolica, sicuramente l'area di maggior interesse tra le prime dismesse, sia per dimensioni che per posizione strategica, si aggiungono oggi all'elenco dei nuovi beni entrati in possesso dell'ente civico ben 15 nuove aree, tra strade, appartamenti, piazze, giardini, aree a verde.

Tra queste, di rilevante interesse dal punto di vista storico, paesaggistico e naturalistico spiccano sicuramente l'area della Palude La Vela, la ferrovia militare in abbandono della Circummarpiccolo e gli antichi bastioni lungo la discesa del Vasto e il canale navigabile. Il Comune di Taranto avrà davanti a sé tre anni di tempo per presentare proposte progettuali di valorizzazione di interesse pubblico per tali aree, come previsto dalla normativa sul federalismo demaniale, così da poter entrare definitivamente in possesso dei beni fino a ieri di proprietà esclusiva dello Stato.

L'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Taranto ha sempre partecipato attivamente a tutti gli incontri istituzionali convocati nei mesi scorsi per discutere sul futuro delle aree demaniali dismesse e ha contribuito con grande convinzione a tenere sempre vivo il dibattito sulla rigenerazione urbana, ritenuto strumento per una reale riqualificazione del territorio. Gli architetti tarantini, inoltre, hanno fornito il proprio contributo anche con proposte strategiche in grado di generare risultati positivi in termini sia di nuove occasioni economiche che di miglioramento complessivo della qualità della vita degli abitanti.

Abbiamo sempre sollecitato l'Amministrazione comunale di Taranto ad affrontare il tema del “cosa fare” di quelle aree con una visione prospettica ampia, fortemente legata agli interessi collettivi, che sapesse dare risposte concrete al bisogno di recuperare spazi per la socializzazione di qualità di cui la città soffre la mancanza. L'occasione fornita da questa nuova fase di sdemanializzazione ripropone con forza il tema del “cosa fare e come fare”. Compito dell'Amministrazione pubblica, dopo un processo reale e non solo formale di partecipazione e coinvolgimento di tutti gli attori sociali, dovrà essere quello di fornire finalmente una nuova visione di città in cui i nuovi beni ceduti al Comune non potranno che rappresentare elementi di qualificazione dell'intero territorio cittadino. Il “come fare” spetterà invece ai progettisti che tradurranno in progetti concreti le scelte strategiche di sviluppo. A tal proposito l'Ordine degli Architetti sollecita l'Amministrazione comunale di Taranto a compiere scelte innovative e coraggiose, abbandonando l'idea di recuperare frettolosamente dai cassetti vecchi progetti da riproporre e aprendo finalmente allo strumento del concorso di progettazione quale migliore occasione per fornire alla città una serie di progettualità di qualità perchè nate da un confronto tra le migliori proposte in campo.

Concorsi di progettazione in grado di coinvolgere le migliori professionalità su temi di elevata complessità e di altissima sensibilità e di porre l'attenzione generale su Taranto, sulle sue problematiche e sulle sue potenzialità. Una ulteriore occasione storica da non perdere perchè il processo di dismissione delle aree demaniali in questione, seppure importantissimo perchè vera e propria inversione di tendenza rispetto al passato, rappresenta solo l'inizio di un ragionamento più ampio e già avviato da tempo e che prevede che le prime 7 aree oggetto di prima cessione e le attuali nuove 15 siano seguite da aree a più alta valenza strategica.

Tali aree, come ad esempio l'affaccio a Mar Piccolo, gli edifici e le aree a verde dell'Ospedale Militare, l'Isola di San Paolo rappresentano solo una parte dei tutte quelle aree non più strategicamente rilevanti per l'amministrazione militare marittima ma che rivestirebbero un ruolo di primaria importanza in una ottica di riqualificazione generale del tessuto urbano di Taranto che necessita sempre di più di spazi e nuovi sbocchi per avviare quei processi di rigenerazione urbana sostenibile utili ad una riqualificazione più generale del centro cittadino e dei quartieri più periferici, capace di ricostruire quel rapporto di attrattività tra la città e la sua provincia.

 

Per il Consiglio dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Taranto

Il Presidente Arch. Massimo Prontera